Made in Italy senza Italy?
I nuovi scenari della moda e del lusso

Secondo Gaetano Miccichè, direttore Generale Intesa Sanpaolo

Osservando da vicino la vita delle aziende, si ha modo di vedere ciò che accade al nostro

Paese, di percepirne le contraddizioni, tra le sue straordinarie eccellenze e le numerose

complessità. La visione che se ne trae è ambivalente; ora ottimista, ora pessimista. Quando

pensiamo ad aziende che riescono a competere sui mercati internazionali, alla loro estrema

vivacità, si intravede un orizzonte sereno; quando poi ci si sofferma sui problemi che questo

Paese deve affrontare il panorama diventa fosco, oscuro.

L’Italia ha perso in questi ultimi anni il 9% del PIL, mentre altri competitor europei hanno

realizzato una crescita di segno opposto. Abbiamo ancora un debito pubblico rilevantissimo

e il dato sulla disoccupazione ha toccato il 12,5% e ha raggiunto delle punte ben più elevate

e preoccupanti tra i giovani e in alcune aree geografiche.

Cosa si può fare per invertire la rotta?

Occorre individuare le priorità e agire rapidamente. Quando le risorse a disposizione sono

scarse, bisogna innanzi tutto fare delle scelte, anche difficili, e puntare su investimenti

mirati. Solo così riusciremo a sfruttare le capacità e le potenzialità, di cui questo Paese

dispone in gran numero, per uscire dalla crisi. Sarebbe il caso di rispolverare il pensiero,

ancora attualissimo, dell’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi quando

affermava: “Bisogna al più presto riuscire a far volgere al bello la lancetta delle aspettative”

(1 maggio 2005).

E per riuscire in questo difficile compito, si devono mettere in campo anche dei fattori

intangibili. Risorse presenti nel nostro Paese, e che riconosco come caratteristiche uniche

del settore della Moda e del Lusso made in Italy. Un settore che in questi anni ha saputo

conseguire risultati straordinari nonostante il contesto fortemente negativo e penalizzante.

Nel comparto italiano della moda vanno distinte le aziende in due tipologie. La prima è

costituita da imprese che hanno puntato con coraggio sulle dimensioni. Hanno avuto modo

di internazionalizzarsi, di portare sul mercato prodotti competitivi, di lavorare sulla qualità,

sulla distribuzione, sulla forza del brand e sulla capacità di procurarsi le materie prime just

in time e ai prezzi adeguati. Il concetto magico che riassume il successo di questo settore è

la capacità di anticipare le tendenze.

La seconda tipologia comprende le aziende piccole. Queste non hanno i mezzi necessari per

competere sul mercato globale, sono fortemente indebitate con il sistema bancario,

dispongono di scarsi mezzi e hanno una governance inadeguata ad affrontare le sfide attuali.

Per queste l’unica strada possibile è l’integrazione, l’apertura del capitale al mercato e la

rinuncia al modello di proprietà esclusivamente familiare.

La dimostrazione di quanto sia decisivo per le aziende il conseguimento di tutto ciò si rivela

in tutta la sua chiarezza se guardiamo alla capitalizzazione delle imprese che hanno scelto di

quotarsi.

Prada da un valore iniziale di 8-9 miliardi di dollari è cresciuta agli attuali 19 miliardi di

euro. Allo stesso modo, ricordo i casi di lampante successo di Luxottica, Ferragamo, Tod’s,

Cucinelli e di Italian Indipendent (nel mercato alternativo del capitale).

E proprio in questo contesto, abbiamo proposto servizi e prodotti mirati a stimolare le

aziende verso un percorso di crescita. Intesa Sanpaolo è da sempre fortemente impegnata

nell’accompagnare le aziende italiane nel loro cammino di apertura verso il mercato globale.

Il nostro compito, infatti, non si esaurisce nel mettere a disposizione le linee di

finanziamento o nella realizzazione di un progetto di quotazione ma si estende anche

nell’affiancare le aziende nello studio di piani industriali, nell’attività di M&A e nelle

operazioni di Private Equity. Abbiamo voluto e vogliamo continuare a mettere a

disposizione degli imprenditori tutti quegli strumenti che gli consentano di riaprire cassetti,

chiusi da ormai troppo tempo, dove certamente ancora custodiscono progetti, idee e sogni

che devono trovare spazio e metodo per realizzarsi.

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