Intesa Sanpaolo e le Imprese Vincenti III

Il contesto produttivo locale – Le province lombarde di Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Pavia, Sondrio e Varese

La Lombardia ricopre un ruolo di leadership in ambito italiano. La regione presenta una ricchezza economica che non ha uguali in Italia: Milano rappresenta il cuore della finanza e dei servizi avanzati, mentre le altre province lombarde sono a tutti gli effetti il motore industriale del paese. Le province incluse nella Direzione Regionale Lombardia di Intesa Sanpaolo, vale a dire Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Pavia, Sondrio e Varese, nel 2018 hanno realizzato 49,5 miliardi di euro di valore aggiunto nell’industria in senso stretto, il 16% del totale nazionale. Mediamente la vocazione industriale di queste province è elevata e pari al 30% circa, con punte del 31,4% a Brescia, del 33,3% a Bergamo e del 36% a Lecco.
La competitività di questi territori si esprime soprattutto sui mercati esteri: nel 2018 il loro export è salito a 73,3 miliardi di euro, il 15,8% del totale nazionale, mentre il saldo commerciale è stato pari a 15,4 miliardi di euro, il 40% del totale italiano. Si tratta di un risultato eccezionale, soprattutto se si considera che il peso di questi territori in termini di popolazione non arriva al 10%. Non a caso diverse province lombarde mostrano una propensione all’export superiore non solo alla media tedesca, ma anche a quella di alcuni tra i migliori Laender tedeschi, come Baden Wϋrttemberg, Bayern e Brema:
Brescia, Varese e Cremona sono vicine al 45%, Lecco e Bergamo sono poco sotto il 50%, mentre Mantova e Lodi superano abbondantemente la soglia del 50%.
È elevata la diversificazione produttiva di queste dieci province, con gran parte dei settori manifatturieri che superano il miliardo di export. Spicca la meccanica (15,3 miliardi di euro), seguita da metallurgia (9,2), moda (6), prodotti in metallo (5,8), chimica (5), agro-alimentare (4,8), automotive (4,6), gomma e plastica (4), elettrotecnica (3,2), elettronica (3,1), cosmetica (2), aerospazio (1,6), mobili (1,4), farmaceutica (1,2). È buona dunque la specializzazione sia nei settori del made in Italy, sia nei settori a medio-alta e alta tecnologia. E’ evidente poi la capacità di inserirsi in nuove specializzazioni: è questo il caso, ad esempio, della cosmetica dove una serie di fattori ha favorito la nascita di un meta-distretto lombardo (dove spiccano Lodi, Cremona, Bergamo e Como), forte di alte competenze chimiche, contaminazione creativa con la moda e il design, capacità di anticipare le tendenze, di proporre prodotti innovativi, di altissima qualità, fortemente personalizzati e personalizzabili e corredati da packaging accattivanti. La competitività in queste produzioni può far leva su più fattori: in primis una buona dotazione di infrastrutture materiali e immateriali, lo sviluppo di startup innovative, attive nei processi di trasferimento tecnologico, una elevata intensità brevettuale e la presenza in loco di una fitta rete di fornitori di prodotti e servizi. Varese e Lecco spiccano per numero di brevetti registrati allo European Patent Office: sono più di 150 brevetti ogni milione di abitanti, più del doppio della media italiana. Inoltre, la distanza media degli acquisti di semilavorati e servizi è tra le più basse in Italia (75 chilometri mediamente, 25 in meno rispetto al totale italiano), a indicazione della presenza in loco di filiere composte da una fitta rete di relazioni produttive e commerciali tra imprese capofila e di subfornitura.
Le filiere sono particolarmente diffuse nei distretti: in Lombardia Intesa Sanpaolo ne ha mappati 23: Metalli di Brescia, Rubinetti, valvole e pentolame di Lumezzane, Metalmeccanica di Lecco, Meccanica strumentale di Bergamo, Legno e arredo della Brianza, Serico di Como, Meccanica strumentale di Varese, Metalmeccanica del Basso Mantovano, Meccanica strumentale del Bresciano, Articoli in gomma e le materie plastiche di Varese, Lattiero-caseario della Lombardia sud-orientale, Lavorazione dei metalli della Valle dell’Arno, Abbigliamento-tessile del gallaratese, Gomma del Sebino Bergamasco, Tessile e abbigliamento della Val Seriana, Abbigliamento e le calzature della Bassa Bresciana, Calzetteria di Castel Goffredo, Macchine per la lavorazione e la produzione di calzature di Vigevano, Riso di Pavia, Carni e i salumi di Cremona e Mantova, Vini e distillati del bresciano, il Legno di Casalasco-Viadanese, le Calzature di Vigevano. Nel 2018 i distretti industriali di queste dieci province lombarde hanno registrato un aumento delle esportazioni pari al 3,8% (quantificabile in circa 109 milioni di euro in più), tra i migliori risultati dell’aggregato distrettuale nazionale, dove la crescita media annua delle esportazioni è stata del 2,2%. Tra i distretti best performer emergono diverse realtà della metalmeccanica: Lavorazione dei metalli Valle dell’Arno (+14%), Metalli di Brescia (+8,9%), Rubinetti, valvole e pentolame di Lumezzane (+6,4%), Metalmeccanico del basso mantovano (+5,5%), Meccanica strumentale di Bergamo (+3,3%). Questi distretti sono presenti in un ventaglio eterogeneo di sbocchi commerciali, con un raggio medio di esportazione che si sta allungando sempre di più, grazie anche al peso crescente dei nuovi mercati. Essi sono pertanto molto competitivi, come è evidente anche dai risultati emersi in una survey condotta da Intesa Sanpaolo. In Lombardia 8 imprese della meccanica su 10 producono macchinari 4.0 (interconnessi), più della media italiana e per lo più in linea con in competitor internazionali. Si tratta dunque di un territorio vitale e dinamico che si caratterizza per un mercato del lavoro in salute e che sta facilitando l’affermazione di imprese champion vere e proprie locomotive in grado di crescere a tassi sostenuti, creare occupazione e mostrare buoni livelli di patrimonializzazione. Brescia, Bergamo e Cremona mostrano tassi di disoccupazione molto bassi, prossimi al 5%, in linea con i dati tedeschi. Le province primeggiano poi per grado di diffusione di imprese champion che, secondo una elaborazione realizzata dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo su circa
75.000 imprese manifatturiere italiane, sono complessivamente 1.563, un quinto circa del totale nazionale. Spiccano, in particolare, le province di Bergamo e Brescia per numero di champion e le province di Lecco e Lodi per intensità. La rapida affermazione di queste imprese, se accompagnata da un adeguato rafforzamento patrimoniale, potrà dare un contributo importante al successo italiano e lombardo sui mercati internazionali.

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