I nuovi obiettivi per allargare la mobilità dolce in Italia
Co.Mo.Do a congresso

 

Confederazione per la mobilità dolce: si chiude con successo il Congresso Nazionale all’insegna di

 

Co.Mo.Do. a Rimini rilancia la sua strategia programmatica per i prossimi anni: pianificazione territoriale, recupero dei paesaggi della mobilità storica, rilancio del turismo green e qualità della vita locale, rinnovando i vertici della Confederazione nel segno della continuità.

 

Milano 7 ottobre 2013. Nella simbolica data dell’inaugurazione della prima ferrovia italiana, la Napoli-Portici, che fece la prima corsa il 3 ottobre 1839, Co.Mo.Do. che dal 2006 riunisce le più importanti realtà e associazioni nazionali e regionali che si occupano di mobilità Dolce e difesa del paesaggio culturale italiano (AIPAI -Associazione Italiana Patrimonio Archeologia Industriale, Alpine-Pearls, CAI, Etnafreebike, Fiab Onlus -Federazione Italiana Amici della Bicicletta, Associazione Greenways Italia, FTI -Federazione Italiana delle Ferrovie Turistiche, Associazione Go Slow Social Club, Italia Nostra Onlus, Associazione In Loco Motivi, Iubilantes/Rete dei Cammini, Legambiente Onlus, Società Geografica Italiana, Touring Club Italiano, Tratture e Transumanze, Umbria Mobilità S.p.a, UTP/Assoutenti, WWF Onlus), ha organizzato e svolto il suo Primo Congresso a Rimini, nella splendida cornice del Museo della Città.

 

La due giorni dal titolo “Mobiltà Dolce: Scenari europei e sviluppi futuri in Italia”, patrocinata dalla Provincia di Rimini ha registrato una partecipazione davvero molto attiva sia da parte del pubblico che di addetti ai lavori arrivati da tutte le parti d’Italia, dalla Lombardia con Iubilantes alla Sicilia con Etnafreebike, dall’Umbria con Umbria Mobilità SPA, alla Campania con In Loco Motivi, alla Toscana con Terre di Siena, alle Marche con la Ferrovia della Val Metauro, alla Puglia con Tratturi e Transumanze e, si è conclusa con il rinnovo del Consiglio direttivo.

Presidente della Confederazione è stato eletto Massimo Bottini, architetto del paesaggio, Consigliere Naz. di Italia Nostra Onlus e member board AIPAI e, alla carica di Presidente onoraria, Anna Donati, esperta di tutela del territorio e mobilità sostenibile. Gli altri membri del consiglio sono Umberto Rovaldi della Fiab Onlus che assume la carica di Vicepresidente, Alessandra Bonfanti di Legambiente onlus, Giulio Senes di Ass. Greenways Italia, Massimo Ferrari di UTP/Assoutenti, Silvio Cinquini di Ferrovie turistiche italiane, Debora Sanna di Ass. Go Slow Social Club che assume la carica di segretario della Confederazione.

 

“Il compito di Co.Mo.Do – ha dichiarato nel suo primo intervento da Presidente Massimo Bottini – nei prossimi mesi sarà quello di dialogare con le Istituzioni e la politica perché d’obbligo possano investire nelle infrastrutture verdi, come da tempo accade in Europa, considerando che ogni euro speso per valorizzare e restituire alla fruizione un percorso storico e paesaggisticamente rilevante, ne potrà produrre tre. Bisogna puntare sull’economia verde che ingloba green jobs, manutenzione del territorio e rilancio delle aree interne, perchè l’Italia ha ormai accumulato un ingiustificato e grave ritardo che può essere accorciato con una buona pianificazione territoriale e con il giusto uso della prossima programmazione europea.” E ancora Massimo Bottini: “Confidiamo che molti percorsi virtuosi di recupero e rilancio avvengano dal basso e dai territori e per questo obiettivo mi impegnerò ad attivare la Confederazione della mobilità Dolce per far conoscere, riscoprire e approfondire con le comunità, le scuole e le organizzazioni locali soprattutto l’incredibile patrimonio delle infrastrutture dismesse come beni Comuni da salvaguardare per rappresentare risorse su cui impostare uno sviluppo sostenibile del territorio”. A chiudere i lavori le parole di Anna Donati sulle opportunità e difficoltà di una conversione dolce della mobilità in Italia. “Sono onorata – ha ringraziato Anna Donati, già parlamentare impegnata sui temi della mobilità sostenibile e alla quale si deve il primo disegno di legge sulla mobilità dolce e per il recupero di ferrovie storiche – di poter mettere a disposizione la mia esperienza per Co.Mo.Do e vorrei dedicare questo riconoscimento all’ultima tragedia di Lampedusa, dove i viaggi della speranza si sono vergognosamente trasformati in viaggi della morte”.

 

Co.Mo.Do. da domani lavorerà al prossimo importante e atteso appuntamento con la settima Giornata delle Ferrovie Dimenticate, un tempo “ferrovie delle meraviglie”, (prima domenica del mese di marzo 2014), giornata molto partecipata da centinaia di associazioni locali ambientaliste, di turismo ferroviario, cicloturistiche e di trekking che hanno il merito di portare all’attenzione dell’opinione pubblica le linee dismesse, quando l’Italia si muoveva dolcemente fra piccoli centri ed entroterra più profondi, in zone baciate dalla bellezza di paesaggi unici. “Bisogna fare un fronte comune, – così il Past President di Co.Mo.Do l’urbanista Albano Marcarini – esercitare una pressione che non conduca a singole contrattazioni linea per linea. Occorre aprire i tavoli sulla base di principi condivisi e non trattabili: a) l’assoluta rilevanza pubblica dei manufatti ferroviari; b) l’urgenza del loro recupero; c) il valore storico e testimoniale, che supera ogni misero interesse speculativo. Co.Mo.Do. e le sue associazioni saprà cosa fare di questo patrimonio, gli altri no”.

 

Per questo Co.Mo.Do lo deve ottenere. L’obiettivo di Co.Mo.Do. non è un’ambizione conservatrice, ma è progettuale. Una vecchia ferrovia può diventare tante cose utili: tornare ferrovia se ci saranno le condizioni (e con il mercato libero del trasporto su ferro questo può anche diventare più facile), diventare una greenway, favorire il recupero di un territorio, trasformarsi in un parco naturale, in un corridoio ecologico. Oppure si può tenerla semplicemente ‘congelata’, in attesa di tempi migliori, ma ‘protetta’ da ogni abuso, depredazione, degrado.

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