Goods and Services Tax indiana. Cosa cambia

La Goods and Services Tax Indiana (GST) è entrata in vigore il primo luglio. Malgrado i possibili disagi iniziali, secondo Avinash Vazirani, gestore del fondo Jupiter India Select, l’impatto di medio-lungo periodo della GST dovrebbe rivelarsi positivo.

La nuova GST indiana caratterizza la fase successiva del piano di modernizzazione e razionalizzazione del sistema finanziario indiano da parte dell’amministrazione Modi, semplificando il complesso sistema di tasse regionali. L’India è composta da 29 stati e, prima della GST, ogni qual volta un’impresa indiana intendeva vendere beni o servizi attraverso i confini di più stati doveva pagare delle tasse: la GST si sostituirà alle imposte federali e a quelle di 17 stati. La complessità del sistema precedente rendeva la logistica di per sé molto onerosa e costosa e i pagamenti sottobanco erano nella norma. Come risultato, i costi della logistica in India erano tra i più elevati al mondo, attestandosi al 13-14% del PIL rispetto alla media del 9-10% in Brasile, Russia e Cina e del 7-8% nei paesi sviluppati. La GST soppianta il sistema federale e, per la prima volta dall’indipendenza nel 1947, l’India è ora un mercato comune.

Cosa cambia in concreto con la GST?

Oltre a ridurre i costi della logistica per le aziende, la GST cambierà anche i livelli di tassazione di beni e servizi per i consumatori indiani. I diversi livelli variano dai beni esenti dalla GST, come i generi alimentari di base e le parcelle sanitarie, fino alla fascia più alta che vede un tasso ‘flat’ del 28% sull’elettronica di consumo e i biglietti del cinema.

Le aziende dovranno registrare elettronicamente le tasse versate e questo si tradurrà in una minore evasione fiscale. Le imprese che si stanno già adeguando alle nuove norme fiscali saranno agevolate e pensiamo che ci sarà uno spostamento del flusso di business dalle società che operavano nell’area ‘non ufficiale’ a queste imprese virtuose.

Chi vince e chi perde?

Per molte aziende, l’introduzione della GST rende possibile una riduzione netta delle tasse da pagare, come nel caso delle società del settore dei beni alimentari di base e delle aziende produttrici di smartphone e di automobili di lusso. In altri casi, la GST comporterà un aumento della tassazione complessiva in settori quali l’elettronica di consumo e quello dei prodotti per la cura del corpo.

Riteniamo, tuttavia, eccessivamente semplicistico considerare come vincitori quei settori che vedranno una riduzione delle tasse e invece perdenti quelli che pagheranno di più. La legislazione indiana contempla, ad esempio, norme di contrasto alla speculazione che prevedono che siano anche i consumatori a beneficiare della riduzione delle tasse delle aziende, e al tempo stesso c’è anche tutta una serie di aziende ben gestite con brand solidi che secondo noi continueranno a crescere ed aumentare i propri profitti anche se dovranno affrontare un conto fiscale più salato di prima.

Per quanto riguarda gli impatti di breve periodo sul fondo Jupiter India Select, l’effetto immediato dovrebbe essere nullo poiché il fondo è esposto in modo diversificato all’economia indiana e investe in società che coprono le diverse fasce di tassazione previste dalla GST. Sul lungo periodo, pensiamo che le conseguenze saranno positive per le aziende del nostro portafoglio, dato che ci sarà uno spostamento del flusso di business dalle società che operavano nell’area ‘non ufficiale’ dell’economia a queste imprese già conformi con il sistema di tassazione.

Questa è una buona notizia per l’India?

Siamo fortemente convinti che nel medio-lungo periodo l’impatto della GST sull’India sarà positivo. Pensiamo che il Paese potrà ottenere una crescita del PIL fino al 2% grazie alle entrate fiscali e, inoltre, crediamo che la GST aiuterà a combattere l’inflazione in India, poiché una logistica dai costi più contenuti e una minore dispersione fiscale nel sistema dovrebbero tradursi col passare del tempo in minori costi per il consumatore.

Tuttavia, riconosciamo che si tratta di un territorio inesplorato e dunque si potrebbe assistere ad un rallentamento temporaneo fino a quando i consumatori si adatteranno ai nuovi prezzi. Ciononostante, il mese di settembre, che segna l’inizio del periodo festivo in India, costituirà un buon parametro per misurare la reazione dei consumatori e ci aspettiamo di vedere vendite consistenti. Oltre a ciò, è necessario notare che i consumi sono stati sostenuti prima dell’implementazione della GST, dato che i negozi hanno dovuto smaltire le merci ancora interessate dalla precedente tassazione, e ciò ha creato una spinta economica fuori dall’ordinario che potrebbe in qualche modo compensare un eventuale successivo rallentamento.

Dunque, sebbene l’introduzione della GST non alteri la nostra strategia d’investimento in nessun modo rilevante, essa rimarca la nostra principale tesi economica: la modernizzazione e le riforme dell’amministrazione Modi stanno contribuendo a gettare le fondamenta per una crescita considerevole dell’economia indiana nel lungo periodo.

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