Gli imprenditori di A.P.I. vogliono uscire dal ghetto della “crescita zerovirgola”

I rappresentanti di A.P.I., i piccoli e medi imprenditori lombardi hanno chiesto e ottenuto un incontro con Mauro Parolini, assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia.

Tra gli argomenti trattati durante l’appuntamento con Parolini il  costo del lavoro elevato che non permette all’economia di ripartire, un mercato interno stagnante, l’importanza del credito, del ruolo dei Confidi, della digitalizzazione, dell’industria 4.0 e dell’internazionalizzazione,le peculiarità del territorio economico lombardo e le difficoltà che ogni giorno le piccole e medie aziende incontrano. Durante l’incontro inoltre numerosi imprenditori hanno chiesto alla Regione misure ad hoc affinché l’Industry 4.0 possa essere un’opportunità per tutti, non solo per le grandi aziende. “Quello che serve agli imprenditori”, ha spiegato Paolo Galassi, presidente dell’associazione delle piccole e medie industrie, “è un’unica politica industriale, che non cambi da territorio a territorio e che, integrando in modo organico e non casuale le istanze delle pmi, possa creare una sorta di onda d’urto virtuosa che faccia ripartire finalmente l’economia. Per far questo è necessario che vi sia sinergia tra le istituzioni e le associazioni datoriali, tra le università, gli istituti tecnici e le aziende, in un dialogo continuo che sostenga e incrementi le eccellenze e confermi la vocazione lombarda di locomotiva del Paese. A.P.I. è disponibile a partecipare a tavoli di confronto e cabine di regia, ma soprattutto coglie con favore la richiesta dell’assessore di un dialogo diretto e informale nei suoi confronti per evidenziare i problemi e le possibili soluzioni. Un contributo concreto proprio come le pmi sanno fare”..

“Il mio assessorato”, ha detto Parolini, “sta lavorando concretamente su alcune priorità: favorire l’integrazione e le aggregazioni di filiere e territori, rendere la Pubblica Amministrazione sempre più ‘amica dell’impresa’, facilitare l’accesso al credito, mettere al centro la qualificazione del capitale umano, integrare in modo virtuoso i nostri incentivi con le misure fiscali nazionali. Solo per citare alcune nostre iniziative, oltre al piano da 80 milioni di euro dedicato al sostegno delle start up e quello per l’export, stiamo per offrire un’importante misura per interventi strutturali, di digitalizzazione, e acquisto macchinari. In questo quadro di interventi e in tutti i passaggi delicati affrontati durante la legislatura abbiamo coinvolto e ascoltato i corpi intermedi e vogliamo continuare a farlo, perché consideriamo il loro contributo fondamentale per le nostre decisioni politiche”.

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