Giacomo Cioni è il nuovo presidente di Fedart Fidi

È Giacomo Cioni, quarantottenne imprenditore toscano che opera nel settore tipografico, il nuovo presidente di Fedart Fidi, la maggiore federazione di rappresentanza del sistema di garanzia in Italia e in Europa, promossa da Confartigianato, CNA e Casartigiani.

Eletto nel pomeriggio di sabato 18 novembre a Torino, in occasione della giornata conclusiva della convention nazionale di Fedart Fidi, Cioni nel suo intervento ha evidenziato come “il sistema dei Confidi ha riconfermato il proprio ruolo strategico al fianco delle imprese e le numerose riforme in campo in questi mesi sono importanti chance da cogliere per contribuire fattivamente a facilitare l’accesso al credito delle Pmi. Ma l’evoluzione dei Confidi e la loro capacità di rispondere con efficacia ai bisogni delle imprese impone di rilanciare il modo di fare rappresentanza e anche della struttura di rappresentanza che guiderò nei prossimi tre anni, la principale Federazione dei Confidi in Italia e in Europa. Credo nella condivisione e nel confronto, affinché la sintesi tra i diversi punti di vista porti alla migliore posizione raggiungibile in una logica di sistema, unica possibilità per dare continuità a questo straordinario mondo fatto di mutualità e prossimità. Chiediamo alle Istituzioni la necessaria attenzione per trovare un nuovo veicolo normativo che consenta di approvare quanto prima la riforma della Legge Quadro superando le resistenze del Governo, facendo leva anche sulla sensibilità che in tutte le occasioni il Parlamento all’unanimità ci ha dimostrato”.

In occasione dell’appuntamento torinese sono stati svelati, in anteprima, i dati del 2016 sul credito alle imprese artigiane, al centro della 21° edizione della ricerca annuale che verrà poi presentata a dicembre. Il contesto inquadrato dai numeri presentati vede ancora il credito alle imprese artigiane, pari a 41 miliardi di euro nel 2016, proseguire con un trend negativo rilevato già a partire dal 2008, anno di inizio della crisi (-15,7 miliardi di euro pari a -28% del credito all’artigianato). Il credito al totale delle imprese, pari a 838 miliardi di euro nel 2016, ha registrato un trend negativo meno consistente (-148 miliardi di euro, pari a -15%).

Per ciò che riguarda il sistema dei Confidi, infatti, nel 2016 i 115 Confidi aderenti a Fedart Fidi hanno garantito finanziamenti bancari per circa 4 miliardi di euro, un valore stabile rispetto all’anno precedente dopo una fase di forte riduzione avviato fin dal manifestarsi dei primi segnali della crisi. Coerentemente anche il volume di finanziamenti in essere con la garanzia dei Confidi risulta in linea con quello del 2015 e pari a oltre 10 miliardi di euro, grazie anche al processo di aggregazione che ha caratterizzato quest’ultimo periodo attraverso aggregazioni con Confidi di altri settori che sono stati incorporati dai Confidi aderenti al Sistema Fedart.

Il portafoglio di garanzie detenuto dai Confidi Fedart si attesta a 5 miliardi di euro a favore di poco meno di 700 mila imprese, per i due terzi operanti nel comparto artigiano, ma con una presenza via via più rilevante di realtà appartenenti agli altri settori. Il sistema presenta una situazione di sostanziale sostenibilità economica, nonostante il consistente sforzo al fianco dell’economia reale. Il patrimonio si riconferma intorno a circa 770 milioni di euro, composto per i due terzi (500 milioni di euro) dal capitale sociale apportato dalle imprese socie. Il coefficiente di solvibilità, che mette in relazione il patrimonio e il volume di garanzie in essere, è pari al 16,0%, in leggera crescita nell’ultimo triennio. Il sistema Fedart risulterebbe in equilibrio grazie a ricavi in grado di coprire ampiamente i costi, ma il consistente volume di sofferenze a cui deve far fronte e che incide in modo pesante sul bilancio determina un risultato economico leggermente positivo, ma ancora fragile, dopo lunghi anni di risultati negativi.

Il tasso di sofferenza continua a crescere, ormai ininterrottamente dal 2009, avvicinandosi per la prima volta a valori prossimi al 20%, ma riconfermandosi di nuovo al di sotto di oltre due punti percentuali rispetto al corrispondente valore registrato dal comparto artigiano secondo le rilevazioni della Banca d’Italia. Ciò conferma l’elevata capacità dei Confidi di selezionare le imprese meritevoli di credito, supportata dalla conoscenza diretta del tessuto produttivo e dalla logica di prossimità che ne contraddistingue l’intervento, pur essendo al fianco delle imprese più fragili.
Un bilancio al termine della convention nazionale: il sistema dei Confidi è ancora solido e in grado di supportare le mPI nell’accesso al credito, nonostante una narrazione arbitraria che negli ultimi mesi ha tentato di minarne la reputazione

Un sistema ancora solido e in grado di creare valore aggiunto alle mPI nell’accesso al credito e alla finanza. Ma che deve e vuole confrontarsi con l’innovazione, la diversificazione e la rivoluzione tecnologica. Questa è l’immagine dei Confidi emersa nella tavola rotonda che ha concluso i lavori della Convention Fedart a Torino, screditando alcune voci che volevano la garanzia mutualistica tutta in crisi e non più utile ad allentare le tensioni tra le imprese minori e il sistema bancario. Rappresentanti del mondo delle piccole banche del territorio e esperti in materia di Confidi hanno osservato come in un contesto normativo e di mercato che per effetto di una delle peggiori crisi economiche degli ultimi decenni ha perso ogni certezza, i valori di riferimento e il modello di business dei Confidi ne rappresentano invece i punti di forza e aprono opportunità per il prossimo futuro, con potenziali punti di attenzione da monitorare.

Occorre riconfermare e rilanciare la prossimità al territorio e la finalità di sostegno all’economia reale, ma anche rafforzare la sinergia con le Istituzioni pubbliche in una logica di integrazione e di risk sharing tra i soggetti della garanzia. Le nuove sfide del mercato vanno nella direzione dell’innovazione e della diversificazione e impongono ai Confidi di confrontarsi con la digitalizzazione dell’economia e della finanza. Questo scenario apre a due principali strategie: innanzitutto, confermare e rafforzare l’attività di consulenza e assistenza finanziaria a tutto tondo per le mPI, qualificandosi sempre più quali partner su tutti i temi inerenti il credito e la garanzia, ma anche la finanza in senso lato. In secondo luogo, confrontarsi con le modalità di accesso al credito alternative a quello tradizionale di matrice bancaria, che si sviluppano nel mondo FinTech su piattaforme on line e che utilizzano i big data per valutare il merito creditizio dell’impresa in tempi rapidissimi, inimmaginabili fino a pochissimi anni fa: tutto ciò da legare alla prossimità e conoscenza dell’impresa e che in tempi di credit crunch possono veramente “fare la differenza” e aprire opportunità importanti alle micro e piccole imprese. In altre parole i Confidi devono scegliere la migliore sintesi tra produzione e distribuzione, tra buone performance economiche e attenzione alle imprese, tra produttività e vicinanza al territorio in termini di vera conoscenza dell’impresa e delle sue dinamiche.

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