Eurosearch riorganizza la sua struttura internazionale

Eurosearch Consultants, società di executive search indipendente a capitale interamente italiano, costituita oltre 40 anni fa da Roberto Giunta e Gianfranco Lanza, da subito si è distinta per la sua forte vocazione internazionale, presente con 15 consulenti tra le sedi di Torino, Milano, Roma e Padova, riorganizza la sua struttura. E lo fa attraverso la costituzione di una società di diritto italiano, ECI Group, a cui partecipano come soci tutti i paesi rappresentati dal network. La presidenza della nuova struttura è stata affidata a Niccolò Giunta

“Fin dalla nostra costituzione nel 1969 Euroserach Consultants si è caratterizzata per l’italianità della sua proprietà e, soprattutto, per una sempre più spiccata internazionalizzazione del proprio business. Una strategia che l’ha resa unica nel panorama dell’executive search italiano” , spiega Roberto Giunta, co-fondatore e partner. La compagine dei soci conta, oltre a Roberto Giunta, conta Niccolò Giunta, Luigi Cilento, Patrizia Ghiazza, Emanuela Gorini ed Erika Saidelli. “L’attuale struttura ci permette di conservare la nostra vocazione generalista e presidiare con competenze specifiche i settori tradizionalmente trainanti del made in Italy, come sono Fashion, Food and Beverage, potendo al contempo seguire con attenzione le dinamiche evolutive del settore Finance ed Industrial”, sottolinea Niccolò Giunta. Nel corso dei 44 anni di attività la società si è occupata di circa 6.000 posizioni, entrando in contatto con circa 200 mila profili di candidati.

L’evento internazionale in ambito ECI Group ha anche permesso di tratteggiare, su scala internazionale, quali siano sulla base delle diverse esperienze i profili manageriali particolarmente richiesti per fronteggiare una delle crisi più complesse e profonde affrontate dalla nostra società. Crisi che, inoltre, ha messo gli executive researchers innanzi al dilagante utilizzo di Linkedin ed altri social forum. “Mai come in passato i nuovi manager dovranno possedere la capacità di analizzare criticamente il contesto esterno e la struttura competitiva oltre ad azzerare e ripensare paradigmi organizzativi e funzionali che si sono dimostrati ad oggi non più in grado di fronteggiare le nuove dinamiche macroeconomiche del mercato”, commenta Luigi Cilento.

Le competenze non sono più sufficienti, ma entrano in gioco aspetti più ampi quali le caratteristiche interpersonali, carisma, determinazione, la capacità di scegliere le persone che costituiscono la squadra, la capacità di comunicare. In sintesi gli aspetti motivazionali, unitamente alla politica retributiva e al concetto stesso di politica dei talenti. “Proprio come avvenne negli anni ’80, oggi un buon manager deve avere una buona base di conoscenze tecnico/specialistiche, ma un 80% deve essere basato sulle capacità gestionali e sulla leadership. Spesso ottimi manager con profonde conoscenze tecniche-specialistiche cadono, proprio perché continuano ad avere una visione troppo ristretta e non riescono a essere di esempio per l’intera organizzazione”, aggiunge Cilento. Secondo Emanuela Gorini, “Per molti ottimi manager usciti dal settore finanziario, particolarmente colpito dalla crisi, si rende necessario il riadattamento a ruoli e settori completamente diversi. Quelli di loro che hanno avuto successo sono quelli che hanno saputo dimenticare in fretta facili esperienze e soprattutto livelli retributivi non realistici in settori molto diversi da quello di provenienza”.

“Da alcuni anni si parla di Gender Diversity e di Quote Rosa obbligatorie. Noi ci crediamo e le sosteniamo da sempre, non solo nei CdA ma anche nella composizione del management.”, dice Patrizia Ghiazza “Non perché ci sentiamo femministe/i ma perché “inserire qualcuno di diverso costringe a ragionare in termini di “valore delle competenze anziché valore dell’affiliazione”. Questo costringe a scegliere i più bravi, i migliori, le eccellenze. Le donne che sono entrate nei nuovi CdA sono mediamente più scolarizzate, hanno un più elevato livello di esposizione internazionale (di studio o di lavoro) e hanno abbassato l’età media dei componenti il CdA. L’onda delle Quote Rosa è ormai quasi consolidata, anche se ci lavoreremo ancora per anni; oggi i nuovi orizzonti ci arrivano dai nostri clienti internazionali che ci stimolano a compiere il maggior numero possibile di integrazioni: di nazionalità, di religione, di lingua. Di lavoro per noi cacciatori di teste ce n’è ancora molto.”

Infine, uno sguardo allo sviluppo che i social forum stanno avendo nella ricerca e promozione di profili aziendali e manageriali. “Sono vetrine utili, che semplificano il lavoro delle assistenti di ricerca in un primo contatto con i candidati. Tuttavia nessuna pagina internet potrà sostituire il confronto diretto, il racconto viva voce di una carriera, obiettivi e inclinazioni per un lavoro complesso come quello del manager” , dichiara Erika Saidelli.

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