Decreto Lavoro: per Colli-Lanzi, CEO di Gi Group, luci e ombre.

 

 

 

Il Decreto Lavoro, così come approvato ieri dal Consiglio dei Ministri, rappresenta un provvedimento in cui permangono aspetti positivi e negativi ma in generale alcuni temi apicali sono stati toccati solo parzialmente.

 

Un aspetto positivo è rappresentato dal tema prioritario della disoccupazione giovanile che è stato affrontato con uno stanziamento di circa 800 milioni di euro destinati a promuovere forme di occupazione stabile per i giovani fino a 29 anni; altro aspetto positivo è il fatto che l’impianto della Riforma Fornero, inteso come lotta alle forme di flessibilità spuria (p.iva e contratti a progetto che poi si tramutano in precariato), è stato sostanzialmente mantenuto.

 

Un aspetto negativo, invece, riguarda le disposizioni sui contratti a termine; questo perché tale tipologia di accordo, reiterata più e più volte, precarizza le persone e non incentiva il buon andamento del mercato del lavoro; la vera flexsecurity oggi è possibile trovarla solo all’interno del sistema delle Agenzie per il Lavoro che, da un lato, garantiscono maggiore sicurezza al lavoratore, dall’altro offrono flessibilità alle aziende. Mancano, inoltre, decisioni concrete sulle politiche attive.

 

Ritengo quindi che ancora molto si possa fare e mi auguro che sia possibile mettere mano agli aspetti più controversi del provvedimento. Certo è evidente che si tratta di un decreto che manca di una visione sul futuro del mercato del lavoro, ancora puramente “reattivo” ad una serie di problemi strutturali che ci portiamo appresso da troppo tempo.

 

 

 

Stefano Colli-Lanzi, CEO di Gi Group

 

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Gi Group è la prima multinazionale italiana del lavoro, nonché una delle principali realtà, a livello mondiale, nei servizi dedicati allo sviluppo del mercato del lavoro. Il Gruppo è attivo nei seguenti campi: somministrazione, ricerca e selezione, executive search, outplacement, formazione e hr consulting.

All’inizio del 2007 Gi Group ha iniziato un percorso di internazionalizzazione che lo porta oggi ad operare in 19 paesi in Europa, America e Asia.

Alla fine del 2010 ha ottenuto un importante riconoscimento con l’ingresso in CIETT – la confederazione internazionale delle agenzie per il lavoro – in qualità di Global Corporate Member.

Nel 2012 ha avviato al lavoro 160.000 persone e servito più di 15.000 aziende, con un fatturato complessivo di 1 miliardo e 85 milioni di Euro. Il gruppo si avvale di 480 filiali in tutto il mondo e può contare su circa 2.400 dipendenti di struttura.

 

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