Credem: intervista a Giovanna Reggioni responsabile internazionalizzazione

Le aziende clienti del gruppo bancario Credem possono utilizzare dei temporary export manager, specializzati nella creazione e gestione di reti commerciali internazionali in outourcing. Per offrire questo servizio l’Istituto bancario ha scelto Co.Mark. L’intesa si inserisce nella gamma di servizi Credem strutturati per i clienti imprese e finalizzati a supportare i loro progetti di sviluppo. Oggi, Credem conta un parco di oltre 13.000 aziende clienti e 37 centri imprese, tutti in prossimità dei maggiori poli industriali. 

Abbiamo rivolto alcune domande a Giovanna Reggioni, responsabile servizi internazionalizzazione Credem.

Domanda. A quale tipologia di imprese è rivolto in particolare questo accordo, quale dimensione hanno?
Risposta. Dal nostro osservatorio emerge nelle aziende un bisogno di personale con competenze adeguate per consentire all’azienda stessa di muovere i primi passi nelle vendite verso nuovi mercati. Abbiamo pertanto individuato una società leader di mercato specializzata in temporary export manager. L’accordo è dunque rivolto principalmente alle Pmi che necessitano di un supporto concreto per sviluppare il proprio business export verso nuovi mercati.

D.In che range di fatturato ed in quale ambito territoriale?
R. Il segmento target dell’offerta è rappresentato dalle aziende con fatturato fra 1 e 15 mln. di euro. Le regioni a maggiore vocazione all’export quali Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna hanno sicuramente un maggiore potenziale, ma anche le Pmi del centro-sud dimostrano dinamismo ed un interesse crescente verso i mercati esteri.

D. Quali sono i settori industriali che pensate possano essere interessati?
R. Tutti i settori produttivi possono sviluppare il proprio fatturato estero con i servizi offerti. Ci aspettiamo tuttavia in particolare richieste dai seguenti settori: agroalimentare, chimica, cosmetica e macchinari ad alto contenuto tecnologico.

D. Dal vostro osservatorio quali sono le aree geografiche con il più alto potenziale per le nostre imprese?
R. Oltre ad una ripresa del mercato europeo tradizionale le dinamiche dell’export italiano riteniamo si indirizzeranno su aree legate al Made in Italy quali l’America settentrionale (Usa e Canada) e il Middle East (Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita). La dinamicità delle aziende tricolori le porterà a ricercare opportunità anche in Asia (Hong Kong, Corea del Sud, India e Vietnam).

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