Calo di produzione in gennaio: commento di Mameli (Intesa)

Il calo della produzione industriale a gennaio (-1,9% m/m) è stato più
marcato del previsto, ma non preoccupa in quanto segue il balzo di
dicembre (rivisto al rialzo a +2,1% m/m), che era dovuto essenzialmente
a effetti di calendario.

La tendenza annua mantiene un tono più che
espansivo (+4%) e anzi fa segnare il diciottesimo mese consecutivo di
espansione, la striscia positiva più lunga da oltre 10 anni. In
sintesi, la flessione di gennaio non è a nostro avviso preoccupante e
non sposta la nostra attesa di una crescita del PIL di 0,4% t/t nel
1° trimestre e di 1,3% a/a in media nel 2018.

  • La produzione industriale è calata più del previsto su base
    congiunturale a gennaio, di -1,9% m/m. Peraltro, il dato di dicembre
    è stato rivisto al rialzo, a +2,1% da un già robusto +1,6% m/m della
    prima stima.
  • Nel mese, il maggior contributo negativo è arrivato dall’energia
  • (-7% da -2% m/m precedente). Di conseguenza, il calo della produzione
    manifatturiera è stato inferiore a quello dell’indice generale (-
    1,4% m/m). Anche i beni di consumo non durevoli hanno subito una
    correzione significativa (-5,6% dopo il +2,7% m/m di dicembre). Meno
    accentuata la flessione per i beni strumentali e intermedi (-1,6% e
    -0,9% m/m, in entrambi i casi dopo tre mesi di aumento).
  • La tendenza annua è rallentata, ma mantiene un tono più che
    espansivo: +4% da un precedente +5,4% (corretto per gli effetti di
    calendario). Si tratta del diciottesimo mese consecutivo di
    espansione, la striscia positiva più lunga da quella a cavallo tra
    fine 2005 e fine 2007.
  • Anche il dettaglio per settore di attività economica è meno negativo
    rispetto al dato sintetico: gli unici comparti che mostrano una
    contrazione sia su base congiunturale che tendenziale (corretta per
    gli effetti di calendario) sono la fornitura di energia (-8,6% m/m,
    -17,1% a/a), l’attività estrattiva (-3,5% m/m, -3,5% a/a) e il coke
    e prodotti petroliferi raffinati (-3% m/m, -3,5% a/a). Pertanto, la
    quasi totalità dei comparti squisitamente manifatturieri mantiene un
    buon ritmo di espansione su base annua; in particolare si registrano
    incrementi a due cifre per i metalli (+14,1% a/a) e tessili e
    abbigliamento (+11,1% a/a).
  • – In sintesi, la correzione di gennaio è stata più pronunciata delle
    attese ma non sorprende più di tanto, dopo che il balzo di dicembre
    era dovuto principalmente ad effetti di calendario (la distribuzione
    “favorevole” delle festività nel mese). In effetti il bimestre
    dicembre-gennaio è spesso caratterizzato da una accentuata
    volatilità su base congiunturale dell’output. A nostro avviso, sulla
    base dei dati recenti sulla fiducia delle imprese manifatturiere e
    su ordini e fatturato nell’industria, la produzione può tornare ad
    espandersi già dal mese di febbraio.
  • Il dato di gennaio implica che, in caso di stagnazione a febbraio e
    marzo, la produzione industriale sarebbe in rotta per una flessione
    nel 1° trimestre dell’anno, pari a tre decimi dopo l’incremento di
    quasi un punto percentuale visto nella parte finale del 2017.
    Tuttavia, come detto ci aspettiamo un rimbalzo in febbraio-marzo,
    che riporterebbe in positivo la variazione nel trimestre. In altri
    termini, pensiamo che, nonostante l’inizio d’anno negativo,
    l’industria possa continuare a contribuire positivamente al valore
    aggiunto nel 1° trimestre 2018.
  • In sostanza, a nostro avviso il calo della produzione industriale a
    gennaio non è tale da spostare la nostra attesa di una crescita del
    PIL di 0,4% t/t nel 1° trimestre e di 1,3% a/a in media nel 2018.
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