Brexit. Salterà prima l’UK o il sistema finanziario?

Brexit: i mercati oggi vivranno una brutta giornata, “presi in contropiede” dal risultato del voto britannico dopo i sondaggi di ieri sera che prevedevano una vittoria dei pro-europeisti. Ma “non bisogna temere un rischio sistemico, perché le banche centrali reagiranno. Si concerteranno rapidamente e interverranno per contenere la volatilità sui cambi”.

Lo afferma a Le Figaro Patrice Gautry, capo economista dell’Union bancaire privée, istituto svizzero specializzato in private banking e wealth management.  “Oltre alle banche centrali – aggiunge – ci vorrà l’intervento di alti dirigenti politici, come quelli della Germania e della Francia, per contenere gli effetti negativi. Bisognerà evitare tutti gli sbandamenti osservati durante le crisi precedenti. Ma è gestibile: l’Europa nel 2008, 2009, 2012 era in crisi ma è ancora qui, così come l’euro”. Intanto le borse asiatiche sono cadute tra il 6 e il 10%, così come la sterlina. Mentre l’oro sale.Crollano anche i rendimenti titoli di Stato del Tesoro americano.

E’ scattata infatti il “fly to quality”, ovvero è caccia grossa ai Treasury Usa. La vittoria degli euroscettici al referendum britannico sulla permanenza del paese nell’Unione europea fa sentire i suoi effetti anche sul mercato dei titoli di Stato.L’aumento dell’avversione al rischi alimentato dall’incertezza prodotta dal risultato del referendum spinge gli investitori verso “porti sicuri” dove parcheggiare il denaro. Insomma va in scena il classico scenario da “fly to quality”, cioè la ricerca della massima qualità e sicurezza negli investimenti finanziari.E’ dunque caccia grossa ai titoli di Stato Usa, i Treasury, che registrano un crollo dei rendimenti e un conseguente aumento dei prezzi sulla scia di una maggiore domanda.Il Treasury a due anni rende lo 0,51% (-33%), quello a 5 anni lo 0,91% (-26%), quello a 10 anni (-18%), quello a 30 anni (-10%).

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