Alberto Baban: Come internazionalizzare le Pmi?

Alberto Baban, presidente Piccola Industria di Confindustria a Nòva – Open Innovation Days: “Per fare internazionalizzazione d’impresa la risposta non è nella costruzione del prodotto migliore, ma è interrogarsi se il mercato vuole quel prodotto”

A Padova, all’interno della manifestazione Padova Nòva-Open Innovation Days, è intervenuto il presidente Piccola Industria di Confindustria Alberto Baban sul tema della “Internazionalizzazione delle imprese: che cosa serve per favorire le Pmi?” spiegando l’importanza di capire bene cosa sta dietro al processo di internazionalizzazione di una Pmi.

Internazionalizzare significa conquistare mercati o portare le aziende in altri mercati? In realtà siccome lavoriamo con la prospettiva di dare un aiuto alle piccole e medie aziende per riuscire a diventare più grandi, “internazionalizzare” inevitabilmente significa conquistare mercati. Non sono più convinto che la questione della dimensione delle aziende – piccole o medie imprese – sia interessante. Io credo che parlare di piccole o medie imprese sia ormai anacronistico.

BtC e BtB

Nel processo di internazionalizzazione per arrivare ai mercati c’è necessità invece di un’ulteriore divisione: tra le aziende già direttamente presenti sui mercati – ovvero le BtoC, le Business to Customer – e le aziende che sono BtoB. L’Italia è ricchissima di aziende Business to Business, aziende che spesso non comprendono la velocità con cui sta cambiando il mercato.
Le aziende BtoB non hanno una relazione diretta con quello che succede sul mercato e i mercati stanno cambiando molto velocemente, e quindi non riescono a reagire per tempo al cambiamento di mercato.
Un’azienda BtoB che fattura un milione di euro oggi, domani può non esserci più. Quante aziende BtoB hanno il loro sito web per avere un accesso più veloce e moderno al mercato? Quindi, la prima cosa che dobbiamo fare per risolvere questa idea dell’internazionalizzazione del servizio alle imprese e riuscire a costruire più mercati è riuscire a far capire alle aziende che il loro modello di business deve trasformarsi e avvicinarsi al mercato. La risposta non è la costruzione del prodotto migliore, ma è interrogarsi se il mercato vuole quel prodotto, che tipo di mercato vuole quel tuo prodotto, ossia se tu devi cambiare il tuo modello produttivo per seguire quello che vuole il mercato. Io faccio tappi. La mia azienda è BtoBtoC. Ho fatto un processo di internazionalizzazione e ho puntato tutto sul BtoC. Ho orientato la mia azienda a diventare molto più vicina al mercato. Sapendo cosa succede sul mercato, pur non facendo un prodotto finito, posso reagire per tempo e trasformare l’azienda.
Nel processo di globalizzazione ci troveremo sempre di fronte al fatto che qualcuno può replicare quel prodotto magari a un costo inferiore, ed è una battaglia che non possiamo assolutamente combattere perché sappiamo che c’è una grandissima parte del mondo che vuole questa fetta di torta importante e che inevitabilmente usa il costo come una leva competitiva. È una sfida enorme e questa nuova fase di visione più futuristica ci spiega perché dobbiamo essere ancora più veloci nel percepire questa vicinanza ai mercati.

I competence center

Per quanto riguarda i competence center, i possibili centri di eccellenza che avranno il compito di fare formazione e sperimentare con le imprese le nuove tecnologie 4.0, bisogna stimolare le aziende su questo fronte. Deve partire inevitabilmente da loro, sono le aziende che devono stimolare il mercato della conoscenza, perché altrimenti continuiamo a costruire un processo accademico, facendo ricerca e non innovazione, perché l’innovazione è l’applicazione della ricerca in campo produttivo. Se rimane conoscenza e ricerca fine a se stessa rimarrà sempre intra moenia negli ambiti accademici.

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